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Saturday, February 25, 2012

Anormalità


Ieri con un amico si parlava del fatto che me ne sono andato dalla Siria nel settembre 2010, pochissimo tempo prima che cominciasse tutto ciò che vediamo oggi. Mi è stato chiesto se si potesse avvertire qualcosa nell'aria e io sono rimasto abbastanza confuso.. la mia prima risposta è stata no. In effetti non c'era niente che potesse far presagire una cosa del genere. Così come credo non ci fosse niente in Egitto, in Tunisia, Libia, Yemen o Bahrein. Non si vedeva nulla di più della normale corruzione,  frustrazione, disoccupazione e disparità che chiunque conosca e sia stato nel mondo arabo può vedere tranquillamente.
Si fa molto parlare delle origini della primavera araba. Io penso che la chiave sia capire come questa normalità all'improvviso si sia trasformata in anormalità, rabbia e sdegno. Bouazizi ha fatto risvegliare l'orgoglio della gente dal coma catatonico in cui era sopito da decenni, ma forse anche di più. Come ci sia riuscito penso sia una dei dilemmi più interessanti che gli psicologi sociali avranno da dirimere in questo secolo.
Ricordo in particolare come, frequentando la gente e parlando coi siriani, si capisse che tutto questo non era semplicemente il frutto di un apparato corrotto, magari sostenuto dall'estero, che opprimeva la gente onesta, come molti cercano di semplicisticamente di descriverlo. Era una generale degradazione del vivere civile che non coinvolgeva solo l'elite, bensì tutti quanti, dal vigile o il funzionario pubblico che preferivano prendere le bakhshish ("mazzette") al poso di far le multe, alla gente che non riusciva a rispettare nemmeno una semplice fila in posta o al ristorante. Perchè se era vero che gli Occidentali hanno certamente molte colpe scaricare loro addosso  tutta la responsabilità è un alibi che i popoli arabi non possono più permettersi. Qualcosa si è mosso. La crisi economica? Un maggior livello culturale delle persone? I social Media? ... forse tutto questo ma non solo. Ma ciò è relativamente importante adesso. Quello che importa è trovare un modo per evitare, come si comincia a vedere in Tunisia o Egitto, che la anormalità ritorni ad essere normalità e che l'assuefazione si impadronisca ancora delle coscienze. 

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